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L’ottavo giorno – Thornton Wilder

Informazioni sull'autore...

Thornton Niven Wilder

(Madison, 17 aprile1897 – Hamden, 7 dicembre1975) è stato un drammaturgo e scrittore statunitense vincitore di tre premi Pulitzer: uno per il romanzo Il ponte di San Luis Rey e due per il teatro; inoltre ottenne il National Book Award per L'ottavo giorno (The Eight Day) nel 1968.




L'OTTAVO GIORNO : Thomton Wilder Traduzione di M.P. Dèttore LIT 2012. LIT Edizioni ripubblica L’ottavo giorno, ottimo libro di Thornton Wilder del 1967, pubblicato dopo un’assenza ventennale dell’autore e una vita e un percorso letterario fatti di trionfi e ritiri, stanze d’albergo e celebrazioni.

Informazioni libro...

  • Editore: Castelvecchi

  • Collana: Narrativa

  • A cura di: R. Reim

  • Traduttore: Dèttore M. P.

  • Data di Pubblicazione: aprile 2012

  • Pagine: 384



Trama....

"All'inizio dell'estate del 1902, John Barrington Ashley di Coaltown, un piccolo centro minerario dell'Illinois meridionale, venne processato per l'uccisione di Breckenridge Lansing. Giudicato colpevole, venne condannato a morte. Cinque giorni dopo, all'una del mattino di martedì 22 luglio, sul treno che lo conduceva all'esecuzione capitale, John Ashley sfuggì ai suoi custodi...". Così inizia "L'ottavo giorno", uno dei più bei romanzi di Thornton Wilder (vincitore del National Book Award nel 1968), al quale lo scrittore lavorò tra il 1962 e il 1963 in una sorta di esilio volontario nella cittadina di Douglas, in Arizona. Il romanzo si snoda lungo un arco di tempo che va dal 1845 fino alla Seconda guerra mondiale, seguendo e incrociando le drammatiche vicende degli Ashley e dei Lansing, le due famiglie piagate dalla sventura, in una lunga serie di vendette trasversali, dolori equivoci e brucianti rancori di cui le mogli e i figli, inermi testimoni dell'accaduto, rimarranno irrimediabilmente vittime nel corso degli anni fino all'imprevedibile, drammatico esito finale. Un sorprendente romanzo noir e al tempo stesso una struggente, profonda riflessione sulla fatale indecifrabilità del destino degli uomini. Prefazione di John Updike, postfazione di Tappan Wilder.

Recensione....


Lo stile di Wilder è bello per eleganza e scorrevolezza, dimostra una grande penna descrittiva, da americano con lo sguardo immerso nell’orizzonte largo e lontano e da scrittore attento ai pensieri che rovistano sotto pelle ma appena increspano l’espressione di un volto. Non credo sia il romanzo perfetto, la sinfonia magica, credo che molti dei conflitti che nasconde e che lo generano ne condizionino anche l’equilibrio e la musica. Soprattutto il finale mi è sembrato eccessivamente caricaturale, fin troppo teso a tirare tutti i fili lasciati penzolare lungo il percorso, troppo perfetto, troppo pacificato per sostenere tutto il peso dei simboli, dei dubbi e dei conflitti. Però, scaricata la critica, penso anche che L’ottavo giorno sia una storia bellissima, appassionante, lucida anche nei suoi paternalismi e anticonformismi, una saga letteraria di quelle che ti inchiodano pagina dopo pagina, sentendo, allo stesso tempo, lo sguardo di Wilder calarsi sulla nuca china, soddisfatto perché pagina dopo pagina non è solo l’epopea degli Ashley e dei Lansing a prendere corpo ma anche la sua voce e le sue inquietudini. Bello, sì.


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