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Recensione Storie di ordinaria follia. Erezioni, eiaculazioni, esibizioni di Charles Bukowski

Autore


Charles Bukowski è nato ad Andernach, in Germania, nel 1920. È emigrato negli Stati Uniti con la famiglia all’età di due anni. È morto nel 1994 a Los Angeles, dove ha passato tutta la vita scrivendo, bevendo e cercando di lavorare il meno possibile. Tra i suoi titoli più noti apparsi in Italia: Storie di ordinaria follia, Panino al prosciutto, Compagno di sbronze, Confessioni di un codardo, Factotum, Donne, Post Office e Taccuino di un vecchio sporcaccione.


Scheda libro


Genere: Narrativa contemporanea

Prezzo Listino: EUR 9,50

Editore: Feltrinelli

Collana: ND

Data Pubblicazione:01/01/1970

Pagine:340

ISBN-10:8807880555

ISBN-13:9788807880551

Lingua Originale :Italiano

Lingua Edizione: Italiano

Titolo Originale: Storie di ordinaria follia. Erezioni, eiaculazioni, esibizioni.



Sinossi


La biografia di Bukowski include due tentativi di lavorare come impiegato, dimissioni dal “posto fisso” a cinquant’anni suonati, “per non uscire di senno del tutto” e vari divorzi. Questi scarsi elementi ricorrono con insistenza nella narrativa di Bukowski, più un romanzo a disordinate puntate che non racconti a sé, dove si alternano e si mischiano a personaggi ed eventi di fantasia. “Rispetto alla tradizione letteraria americana si sente che Bukowski realizza uno scarto, ed è uno scarto significativo”, ha scritto Beniamino Placido su “La Repubblica”, aggiungendo: “in questa scrittura molto “letteraria”, ripetitiva, sostanzialmente prevedibile, Bukowski fa irruzione con una cosa nuova. La cosa nuova è lui stesso, Charles Bukowski. Lui che ha cinquant’anni, le tasche vuote, lo stomaco devastato, il sesso perennemente in furore; lui che soffre di emorragie e di insonnia; lui che ama il vecchio Hemingway; lui che passa le giornate cercando di racimolare qualche vincita alle corse dei cavalli; lui che ci sta per salutare adesso perché ha visto una gonna sollevarsi sulle gambe di una donna, lì su quella panchina del parco. Lui, Charles Bukowski, “forse un genio, forse un barbone”. “Charles Bukowski, detto gambe d’elefante, il fallito”, perché questi racconti sono sempre, rigorosamente in prima persona. E in presa diretta”. Un pazzo innamorato beffardo, tenero, cinico, i cui racconti scaturiscono da esperienze dure, pagate tutte di persona, senza comodi alibi sociali e senza falsi pudori.


Recensione


Storie di ordinaria follia è una raccolta di quarantatré racconti, nell’edizione italiana ne risulta solo uno assente rispetto alla versione originale, ossia quello intitolato Svastica.

Le storie sono tutte basate su temi ricorrenti della produzione di Bukowski, temi ed episodi ancora una volta estrapolati dalla vita dello stesso. Seppure sono indipendenti l’uno dall’altro, si può individuare nell’idee che sottendono al loro sviluppo e nella materia una certa continuità. Sono quasi tutti narrati in prima persona, riguardano nella maggior parte dei casi determinati momenti della sua vita o prendono il via da semplici attimi quotidiani; da lì poi scaturiscono numerose divagazioni e riflessioni.


Come sempre magnifico, geniale, tagliente, conciso, direi chirurgico sulle istanze dell'animo. Un racconto vivo che trasuda umanità e dignità nel disagio. Un libro irriverente senza filtri e falsi pudori ed ipocrisie; crudo come è stata la vita dell'autore e per questo autentico fino al midollo; consiglio a chiunque di leggerlo ne vale la pena. Bukowski in questo libro da il meglio di se, con storie al limite tra realtà e immaginazione causata dall'abuso di alcol. Nel mezzo, perle di saggezza di strada, e un amore/odio per la vita tipico della Beat Generation. Nessuno come lui riesce a descrivere con estrema crudezza le scene di sesso e ritengo sia il più grande scrittore pornografico mai esisto. La sua vita è trascorsa, influenzata da due ossessioni: alcool e sesso. Grande abilità nel riuscire con lo scritto, a far calare il lettore in un mondo, quello suo, popolato da clochard grotteschi e violenti, fatto di sporcizia, alcool e sesso senza limiti. Nemico della società e dei suoi riti e delle sue regole, ha vissuto allo stato selvaggio, seguendo solo i sui istinti bestiali, ma avendo un notevole talento per la scrittura, da non dimenticare anche le sue straordinarie poesie Un ribelle delle convenzioni e dei conformismi. E' stato il primo libro che ho letto di Bukowski e devo dire che mi ha entusiasmato come pochi altri autori.


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